Nel 1895 nasceva Emporium, una rivista di arte grafica che ha rappresentato un punto di riferimento per l’arte italiana e che ha avuto anche il merito di diffondere le opere dei movimenti artistici europei allora in voga. Fra questi vi segnaliamo i Preraffaelliti, di cui è ancora possibile vedere una interessante mostra a Milano, Palazzo Reale, fino al 6 ottobre. Le opere che troverete sono fra le più belle della corrente e raccontano gli ideali e i punti di vista anti-convenzionali replica orologi dei vari artisti; la tecnica adottata è moderna e valorizza i dettagli grafici. Un modo di interpretare l’arte straordinariamente attuale.

Riparliamo volentieri di un libro edito dalla Taschen, perché ancora una volta mette a disposizione del grande pubblico un volume molto interessante, The Illustrator, dedicato al lavoro dei cento migliori illustratori al mondo. Siamo felici di constatare che l’arte dell’illustrazione sia più viva che mai e che anzi abbia allargato il suo campo di applicazione; dai media al packaging. La notizia quindi è che il graphic design sta bene, grazie anche alla tecnica digitale e, come noi affermiamo da tempo, merita un posto replica orologi di primo piano fra le arti applicate, arti a tutti gli effetti.

Beneath the surface of Rolex’s storied catalog lies a watch that defies convention while honoring tradition: the Submariner Date reference 116610LV, affectionately dubbed the “Hulk.” Cloaked in a striking green ceramic bezel and sunburst dial, this iteration of the iconic dive watch transcends its utilitarian roots to become a statement of bold sophistication. Unlike its black-dialed sibling, the 116610LN, the Hulk occupies a rarefied space-neither a limited edition nor a permanent fixture, its production hinges on an elusive alchemy of demand and design philosophy. When the Hulk first emerged in 2010, its audacious hue polarized enthusiasts. My initial reaction mirrored the broader ambivalence: here was a fake watch that dared to reimagine a classic. The Submariner’s black variant had long been synonymous with understated elegance, a masterpiece needing no revision. Yet, over time, the Hulk’s allure grew insidious. Spotted on the wrists of collectors…

Se siete come noi amanti del cinema chissà quante volte, guardando un film, vi saranno rimasti impressi non solo la musica, i personaggi, le ambientazioni ma anche i particolari, piccole cose, gli oggetti… E’ quello a cui ha pensato il designer inglese Jordan Bolton, che con il suo progetto Objects prima costruisce manualmente alcuni degli oggetti che compaiono nei film poi, dopo averli organizzati in un insieme, li fotografa. Le foto a quel punto diventano poster che si possono acquistare su internet. Si va da alcuni film di Miyazaki ad American Psycho, le stampe sono tante e originali; ricordano i film anche per la scelta del colore di base e del font del titolo. Un’idea davvero creativa.

Il 24 giugno è partita la prima campagna di pubblicità outdoor italiana di un sito per adulti; fino al 30 giugno quattro camion vela gireranno per le vie di Roma e Milano pubblicizzando il sito che offre le prestazioni di escort con il claim “Non di solo pane vive l’uomo”. La campagna pubblicitaria pensata dagli organizzatori con ironia e sulla scia delle vecchie Pubblicità Progresso, avrebbe l’intento di sensibilizzare su un tema scabroso che necessita di una consapevole presa di coscienza per i problemi di sicurezza che comporta.

Al Mudec di Milano sono in mostra fino all’8 settembre le opere del grande Roy Lichtenstein; artista che, chi ha a cuore il processo creativo, non può non ammirare insieme alla sua personalissima tecnica. Il colore è ottenuto mediante l’ordinato accostamento di numerosi puntini, secondo quanto avviene normalmente nel procedimento tipografico di stampa. Il numero dei colori impiegati è limitatissimo, tre o quattro al massimo, oltre al nero, proprio come avviene nei processi di stampa. I mezzi tecnici della pittura sono dunque subordinati a quelli della grafica, il che è la confessione di come l’arte, secondo Lichtenstein, è figlia dei consumi e della comunicazione di massa.

Il grande evento legato alla fotografia è arrivato alla 14ma edizione, il Photofestival è tornato il 17 aprile e andrà avanti fino al 30 giugno 2019. Milano e alcune città vicine ospitano centinaia di mostre fotografiche gratuite, workshop e presentazioni che formano e sensibilizzano all’osservazione estetica. Il titolo di quest’anno “Immagini. Progetti. Futuro. “ è ispirato da una parte importante dell’evento che è incentrata sul tema del design. Un trionfo di immagini. Uno spettacolo per gli occhi”.

Il filmato che proponiamo, di circa cinque minuti, si intitola The Hunt (La Caccia), ed è incentrato su diverse scene di fotoreportage, affascinanti quanto pericolose. La scena finale, immortalata anche nel riflesso dell’obiettivo, mostra l’immagine del “Tank man”, l’uomo che bloccò i carri armati in piazza Tienanmen. Il video promozionale mostra diverse macchine fotografiche e il logo della Leica, ma l’azienda ne ha ufficialmente preso le distanze con un comunicato.

“Un Sedicesimo” è giunto al 50esimo numero, una notizia particolarmente bella dato che si tratta di un progetto editoriale e grafico originale e innovativo nel suo genere. Il bimestrale infatti, nato alla fine del 2007, è curato sempre da artisti diversi, grafici e illustratori. A rimanere uguali sono invece il formato ed il numero fisso di 16 pagine che dà il nome alla rivista stessa. Nome che deriva da quello “della rilegatura e della sua misura: stampando 16 pagine su un foglio 70×100 senza sprecare spazio piegando e tagliando, si ottiene proprio un piccolo libretto chiamato in gergo tipografico un sedicesimo”. Una rivista che non si limita a parlare di grafica, ma che fa grafica.

La curatrice Irina Zucca Alessandrelli ha scelto un titolo che ha il sapore della sfida per la mostra inaugurata il 23 novembre 2018 e che sarà ospitata fino al 28 febbraio prossimo al Museo del Novecento di Milano: “chi ha paura del disegno?”. E’ una domanda interessante che pone il tema della mancanza di una cultura del disegno e del significato culturale legato a questa assenza. Lo fa con un taglio inedito attraverso le opere dei più importanti artisti italiani del XX secolo: Boccioni, Fontana, Agnetti, e tanti altri insieme a numerosi lavori poco conosciuti provenienti dalla collezione Ramo, un’importante raccolta privata nata per volontà dell’imprenditore milanese Giuseppe Rabolini.