Un’altra tappa del nostro viaggio estivo per mostre è a Palazzo Arese Borromeo (Cesano Maderno), dove fino al 15 settembre è possibile visitare quella dal titolo “Linus, tutti numeri dal 1965 al 2024”. Curata da Elisabetta Sgarbi e Marcello Garofalo, è uno degli appuntamenti de “La Milanesiana” di quest’anno. Un viaggio storico e nel futuro quello di questa mostra; d’altronde Linus è più che un personaggio, è un vero e proprio tema secondo noi. Così come la rivista a cui dà il titolo, non è solo fumetto e illustrazione, ma piuttosto una chiave di lettura del mondo.

C’è ancora tempo fino al 14 luglio per visitare la bella mostra sulla Pop Art italiana che si tiene a Pistoia, a Palazzo Buontalenti. Decine di opere che fanno rivivere gli anni ’60 nel nostro bel paese, raccontandone il mood ironico e leggero di allora, ma anche cogliendo con spirito critico le prime contraddizioni che si affacciavano all’orizzonte. Il curatore, Walter Guadagnini, l’ha ambientata come un viaggio fra le principali città italiane che hanno illuminato quel tempo pop: da Roma a Venezia tanto per citarne alcune. Viaggiamo incontrando il Kennedy di Rotella e la Marilyn di Crippa, e torniamo tutti un po’ bambini degli anni ’60.

La réclame dell’Apocalisse, è un titolo dal gusto vintage con cui Marco Carnevale, pubblicitario e copywriter di lungo corso, ha suggellato un libro con cui racconta fatti e misfatti dell’odierno digital advertising. Non male come scelta, perché restituisce l’idea del senso controverso che ha assunto la comunicazione pubblicitaria di questi tempi, e quella del web in particolare. Eh sì, perché l’idea di una conquista giovane e senza limiti in un mondo in perenne crescita attraverso i social media, le agenzie di pubblicità rimpinguate di rampanti nativi digitali sta dimostrando tutti i suoi limiti.

Premiato al Sundance Film Festival, Fantastic Machine è un documentario duro quanto efficace sul valore e disvalore delle immagini o, meglio, dell’uso che se ne fa. Prende il titolo dall’esclamazione di re Edoardo VII d’Inghilterra che, dopo aver visto il film sulla sua incoronazione girato però a Parigi…, esclamò:”Che macchina fantastica, ha ripreso anche momenti mai avvenuti”. Il sistema delle immagini è così, scabroso e trasparente, manipolatorio o autentico, lo abita la logica dell’aut aut e tuttavia non è escludente. In tempi di intelligenza artificiale vale la pena soffermarsi su qualcosa che ci riguarda tutti e che forse ci inquieta.

A Venezia fino al 24 novembre ci saranno tante tette in mostra; da quelle strabordanti della Venere di Willendorf a quelle allungate del dipinto The Hidden Paintings Grandma Improved, In deepth. Tante, tantissime tette, di ogni forma, grandezza, materiale, come in una magnifica ossessione che suscita una domanda assai spontanea: cosa ci turba così tanto di questa parte anatomica? Eh sì… perché le tette oltre ad essere apprezzate e feticizzate sono molto spesso censurate. Le censurano i social, ed è successo per esempio di recente in una campagna pubblicitaria di Calvin Klein. La storia insegna che dove c’è una censura, c’è un significato politico;in questo caso il vetero tentativo di spostare ciò che interroga dove invece si può semplicemente controllare.

Non immaginavamo che dietro una scelta per noi naturale come quella di una font ci fossero così tante storie e aneddoti, alcuni davvero divertenti. Ne parla un libro dal titolo Piccolo manuale illustrato per cercatori di font dove è raccolta un’ampia gamma di curiosità, amenità e storie sorprendenti, proprio su questi curiosi caratteri tipografici. Tutti noi, anche chi non lavora nel mondo della grafica ne fa esperienza; si può provare a collegarsi ad uno dei siti specializzati ed essere indirizzati alla scelta per esempio attraverso un pangramma, ossia una frase che contiene tutte le lettere dell’alfabeto, come quello abbastanza noto “the quick brown fox jumps over the lazy dog”.

Invecchiare con l’urgenza inventiva di Miyazaki è qualcosa che chi come noi lavora in campo creativo non può che augurarsi. A 83 anni il maestro ci ha donato Il ragazzo e l’airone; un film in cui ha preso contatto più che mai con il suo inconscio e ce l’ha restituito in immagini straordinarie, intraducibili in parole. Più di un film, un percorso dell’anima che ci racconta la ricerca di sé di un uomo straordinario, a partire dalla sua adolescenza, fra tormenti e paure. Confessiamo di essere insofferenti al racconto contemporaneo fatto di successi propagandati ma di improbabile riscontro nella realtà, a cui purtroppo anche LinkedIn dà voce.

Se per Natale volete regalarvi una visita in una fiaba andate a visitare la mostra di Tim Burton, al museo del cinema di Torino. Troverete tutto il suo mondo, allestito come in un fantastico set, nove sezioni tematiche che vi condurranno nell’immaginario di un grande genio creativo.

La trama lucente è il titolo accattivante dell’ultimo libro di Annamaria Testa, autorità del mondo della comunicazione, colei che ha inventato slogan pubblicitari indimenticabili come il “Passaparola” di Perlana, o ancora il mitico “Liscia, Gassata o Ferrarelle”. Il libro affronta con leggerezza ed estrema competenza la questione delle questioni: la difesa della creatività a tutela della narrazione autentica. In un mondo che anche la pubblicità fa fatica a inseguire, per quanto effimeri e veloci sono i cambiamenti, va pensato un genere di marketing che da noi fa fatica a produrre spot incisivi.

L’immagine del post che vedete è del 1992, festeggiavamo i primi vent’anni di attività, senza ancora sapere che saremmo arrivati con la stessa energia a cinquanta, celebrati l’anno scorso con una mostra evento in Villa Litta a Lainate. Ricordarlo oggi è ancora emozionante, soprattutto perché abbiamo visti riuniti clienti, fornitori, partner, amici di tutti i tempi. È stata l’occasione per mostrare e rivivere cinquant’anni di grafica, in cui abbiamo sempre cercato di dare forma alle idee dei nostri clienti, trasformandole in immagini che esprimessero al meglio il loro brand e coniugando sempre qualità e prezzo.