Siamo più che mai alla ricerca di bellezza, gli occhi e il cuore ne hanno bisogno, perciò siamo fra coloro che hanno apprezzato l’exploit delle opere pubblicitarie per le strade di Milano. Il mural advertising è una forma d’arte in notevole espansione, che piace anche ai residenti dei quartieri interessati e che ha visto coinvolti finora grandi marchi; Samsung a Brera, Scalapay in corso Garibaldi. I nomi delle aziende sono scritti in piccolo mentre campeggiano sui muri della città opere eseguite con grande talento e con tecniche raffinate. Una comunicazione innovativa ma anche uno sguardo riqualificante che attraversa Milano.

La linfa vitale del nostro mestiere è la creatività con tutta la libertà e il coraggio che questa richiede. Ecco perché ci piace così tanto la New Wave, il movimento a cui ha dato vita Wolfgang Weingart; con lui la grafica e la fotografia hanno superato l’estetica minimalista, dando spazio alla varietà delle dimensioni e dei colori dei caratteri. Una vera e propria rivoluzione continuata dai suoi allievi, fra cui April Greiman, pioniera della contemporanea grafica digitale. Greiman ha sovvertito il mondo delle riviste con realizzazioni innovative come la tecnica del poster ripiegato o il metodo del collage fotografico, utilizzato in una celebre copertina. Servirebbe oggi un’altra rivoluzione così!

Il nome non ha certo bisogno di presentazioni, per i più smemorati ricordiamo la celebre Ragazza afghana (1984), la bambina dagli occhi magnetici fotografata da McCurry in un campo profughi, che ha fatto il giro del mondo su un’infinità di copertine.

A Torino l’arte è scesa per strada con la settima edizione di “Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto”. E’ così partito un progetto di immagini che ha selezionato otto vincitrici, otto artiste di cui a cadenza mensile viene esposto un manifesto di grandi dimensioni.

Più di un mese fa si è conclusa la 64a edizione del World Press Photo, la più importante mostra internazionale di fotogiornalismo. Quest’anno tutto si è svolto online, ma a parlare dell’eccezionalità di questa soluzione sono soprattutto le foto.

La musica si ascolta ma si guarda anche e nel caso del rock la storia è lunga. Rock covers è un nuovo libro che la omaggia raccogliendo ben 750 copertine che hanno segnato la storia del rock e della grafica in generale. Si incontrano così due forme d’arte di cui siamo appassionati, musica e album art, un binomio decisamente interessante che unisce la progettazione grafica alla creazione delle cover. Ogni copertina ricordata è corredata da una scheda informativa dove sono citati art director, fotografo/illustratore, anno, etichetta etc. Sono tempi duri…rifacciamoci gli occhi!